sabato 2 ottobre 2010

Qualcosa o qualcuno di sbagliato?

Da tempo abbiamo costruito le nostre case, ma ora nella nostra regione il progresso sta arrivando col vento in poppa. Scusateci, é stato un errore, non vogliamo togliere spazio alle industrie: andiamo via subito.

La ferrovia dello sviluppo passa in mezzo ai nostri villaggi trasportando minerali da vendere all’estero per arricchire il nostro Brasile. A volte qualcuno di noi attraversa i binari e viene investito dal treno. Scusateci, é stato un errore, non vogliamo ritardare il ritmo degli affari.

Ogni tanto ci chiediamo se é giusto che i profitti vengano prima della vita e della dignitá. Scusateci, é un errore: non vogliamo dare impressione di un discorso anti-capitalista. Abbiamo bisogno di lavorare, a qualsiasi condizione.

Molti ci richiamano a causa dei nostri errori. Giungiamo al limite di pensare che noi stessi siamo errati e che il nostro piú grande sbaglio sia, alla fin fine, esistere.

A dire il vero, dialogando tra di noi, ci rendiamo conto di aver fatto alcuni sbagli: abbiamo alzato la voce un po’ tardi, ma c’é ancora tempo di far valere le nostre ragioni. A volte tutti questi conflitti ci stancano, perché i risultati stentano ad arrivare, ma abbiamo ancora molte energie. Facciamo fatica ad unire le resistenze locali delle molte comunitá lungo i binari, ma la rete si sta rafforzando.

I primi segni di speranza cominciano ad apparire: nel villaggio di Piquiá (Maranhão), dopo anni di protesta abbandonata al silenzio, le nostre trecento famiglie stanno riuscendo a convocare imprese, istituzioni, media e amministrazione pubblica per negoziare una via d’uscita per le vittime del progresso e dell’inquinamento.

Ad Ourilândia, nel Pará, i negoziati tra movimenti sociali, governo e l’impresa di minerazione Vale sono avanzati molto, creando precedenti importanti per difendere i diritti degli abitanti locali, garantire giuste indennizazioni e condizioni per ricominciare a vivere, malgrado gli impatti delle miniere.

Insomma: possiamo errare, ma non saremo mai sbagliati quando gridiamo che questo benedetto sviluppo (sulla bocca di tutti, ora che ci chiedono il nostro voto) non travolga le nostre vite!