mercoledì 17 febbraio 2010

Come NON vivere la quaresima

Arriva ancora una quaresima...
É facile scegliere quando farla giungere, prefissarla nel calendario e darle cosí i nostri confini: in Brasile sono ancor piú marcati, per la vivacitá delle feste di carnevale e di Pasqua che la incorniciano, togliendole il sapore un po’ amaro che di solito la caratterizza.

La quaresima é cammino rituale di ascolto interiore, in un clima austero di deserto.

Ne abbiamo bisogno, incide nella nostra vita con un ritmo nuovo, che frena un po’ la corsa del tempo e l’affollamento della mente e del cuore.

Ma la quaresima vera, quella piú concreta, scritta nella carne della gente, é ben altra: tempo di fame, vuoto interiore, dramma di un’esistenza al buio improvviso, quando non intravvediamo vie d’uscita ed aneliamo alla resurezzione, alla luce.

Per esempio, questa prima domenica di quaresima (21 febbraio) é anche il venticinquesimo anniversario della morte (crocefissi!) dei contadini di Zeatzan, vittime della persecuzione in Guatemala.

In questo periodo, poi, sperimentiamo in modo ancor piú duro gli effetti della crisi, anche nelle periferie del Brasile: i contributi sono finiti ed i disoccupati non hanno piú nessuna entrata!

La natura stessa sta passando un tempo di quaresima, votata alla penitenza a causa dell’umanitá avida, che l’ha giá condannata a morte.

Sono questi (e molti altri) i veri deserti della vita, che ci lasciano senza risposte, spaventati, in attesa urgente di una resurrezione difficile.

Occorre peró saper accogliere anche queste tappe della vita, poiché la Parola ci garantisce che hanno un termine, un limite oltre al quale rivedremo nuovamente la luce. Nel frattempo, in questo cammino oscuro Dio ci prende per mano, Padre attento ai piccoli e ai fragili.

É possibile, ancor oggi, passare dalla morte alla vita, dalla violenza ad un equilibrio rinnovato tra tutte le creature.

Il Vangelo di questa domenica ci spiega come NON bisogna fare. Spetta al resto della quaresima, poi, indicarci cammini efficaci per ricostruire la speranza.

Com’é che non dobbiamo preparare la Pasqua? Con lo stile consacrato dai potenti (il diavolo stesso é definito dal Vangelo come il padrone del potere).

Alcuni strumenti da sempre hanno illuso le masse; Gesú li rigetta definitivamente:

- Trasformare le pietre in pane.

É un’impresa da pochi. Dedichiamo questo versetto proprio ad una impresa, che da noi fa il bello ed il cattivo tempo con ferro, rame, bauxite e pietre preziose estratte e vendute a prezzi d’eccezione. Vale do Rio Doce proclama a spron battuto la sua missione miracolosa, che a suo dire fará resuscitare il popolo amazzonico e nordestino. Peccato peró che le pietre estratte dalla nostra terra diventano pane quasi esclusivamente per gli azionisiti e gli amministratori dei livelli piú alti.
C’é pane in abbondanza, ma per pochi: questa non é Pasqua.

- Ottenere il potere nella farsa carnevalesca dei politici di oggi.

In Brasile é anno di elezioni federali e statali: come far resuscitare la politica, mentre molti ‘diavoli’ ancora aspirano alle posizioni piú alte, si prostrano e si vendono a qualsiasi condizione?
Piú che dentro ai partiti, dobbiamo urgentemente preparare la Pasqua tramite il controllo sociale, l’organizzazione popolare e la partecipazione responsabile: risorga l’onestá!

- Fare della religione un palco di miracoli.

Perfino la chiesa puó ‘satanizzarsi’, se cade nella tentazione di cercare i miracoli e la visibilitá, illudendo le persone e conquistando le masse con riti esteriori ed eventi di richiamo. Da noi in Brasile é ora la tentazione piú facile.
Che bello, invece, preparare la Pasqua ogni anno attraverso gli itinerari esigenti ed impegnativi della Campanha da Fraternidade: percorsi di studio, analisi socio-ecclesiale e impegno su temi urgenti da affrontare in chiave ecumenica (quest’anno il tema, dettato dalla crisi e dall’urgenza di nuovi modelli, é “Economia e Vita”).
La sfida, per le comunitá, é fare di questi percorsi il centro di ogni tipo di impegno, per tutto l’anno: nella catechesi, nel sociale, nelle celebrazioni...

Il mondo intero sta attraversando una quaresima difficile e globalizzata: crisi economica, ecologica ed etica.

I quaranta giorni di preghiera, riflessione ed impegno che si aprono ci aiutino a cercare, con Dio e gli uomini e donne di buona volontá, vie d’uscita verso la resurrezione.

Nessun commento: