È stato un anno di lacrime e semi, per la comunitá di Piquiá de Baixo.
Molti giá conoscono la lotta orgogliosa, resistente e tenace di questa
comunitá alle porte dell’Amazzonia orientale brasiliana.
Soffrendo da quasi
trent’anni gli effetti devastanti dell’inquinamento siderurgico e minerario,
gli abitanti hanno cominciato ad organizzarsi e denunciare l’omissione del Governo
e le responsabilitá delle imprese, rivendicando –per cominciare- il
trasferimento collettivo in una regione libera dall’inquinamento.
Il nuovo quartiere, pianificato dalla comunitá stessa con um processo partecipativo
e l’appoggio tecnico di competenti architetti e sociologi, sará finanziato in
parte grazie ad un programma governativo di abitazione pubblica. Nel dicembre
del 2014 la comunitá era riuscita a far approvare il suo progetto dalla
commissione tecnica del Governo, ma occorreva l’approvazione politica.
Dall’inizio del 2015, Piquiá de Baixo ha aspettato. Le promesse di approvazione
si ripetevano durante i diversi mesi dell’anno, ma questa semente piantata con
tanto sudore dalla comunitá sembrava non voler germinare.
Nel frattempo, altre lacrime sono state versate in Brasile, a causa del
crimine ambientale delle imprese minerarie Vale e BHP-Billiton, con il crollo
di una diga di scorie e l’inondazione di 62 milioni di m3 di fango
tossico lungo tutto il bacino fluviale del Rio Doce, fino all’oceano. Dodici
persone sono morte, undici scomparse, intere comunitá spazzate via o contaminate.
Una delegazione di Piquiá de Baixo si trovava a Mariana, dove la diga è crollata,
poche settimane prima del disastro. Partecipava all’Incontro Internazionale
delle Vittime dell’impresa Vale che, per una oscura coincidenza, era stato
convocato proprio in quella regione.
È triste che le comunitá vengano ad incontrarsi e riconoscersi in funzione
delle tragedie e della sofferenza che hanno in comune. Non è questo ció che
vorrebbero condividere; non desiderano essere ricordate per le lacrime, ma, al
contrario, per le loro forme di resistenza e vittoria.
Piquiá de Baixo ha piantato diversi semi di resistenza, nel 2015: per
mantenere gli abitanti del quartiere uniti ed informati, sono stati realizzati diversi
“circoli di dialogo”, in piccoli gruppi attorno alle case; è stata organizzata
tutta la documentazione di ciascuna famiglia che sará trasferita; la comunitá
si è articolata in diverse istanze, per mantenere forte la pressione e non
cessare di rivendicare i suoi diritti: dal Consiglio Municipale al Governo del
Maranhão, dal Ministero delle Cittá fino alla Commissione Interamericana dei
Diritti Umani (CIDH).
Nel mese di ottobre, il presidente dell’Associazione Comunitaria degli
Abitanti di Piquiá, con l’appoggio dell’equipe giuridica, ha partecipato ad un’udienza
tematica alla CIDH, a Washington, sollecitando misure urgenti di riparazione e
mitigazione dei danni, alla presenza del Governo brasiliano.
Il tempo del raccolto ha tardato, ma è arrivato!
Il 29 dicembre, l’Associazione degli Abitanti ha ricevuto il titolo ufficiale di proprietá del terreno in cui il villaggio sará ricostruito.
Il 29 dicembre, l’Associazione degli Abitanti ha ricevuto il titolo ufficiale di proprietá del terreno in cui il villaggio sará ricostruito.
Il 31 dicembre, il Ministero delle Cittá ha pubblicato nel Diario Ufficiale
la selezione del progetto dell’Associazione Comunitaria. Dopo un anno e 14
giorni di attesa, la comunitá ha finalmente la garanzia formale del
finanziamento per il nuovo quartiere!
Chi semina nel pianto raccoglie nella gioia, dice il Salmo 126, che
settimana prossima l’intera comunitá proclamerá in una celebrazione di
ringraziamento e festa, per rinnovare le forze.
Gli abitanti di Piquiá giá lo dicevano in altre parole, ricordando che “la
nostra agonia è la nostra vittoria”. Nella lotta persistente, nella tenacia di
chi non abbassa la testa e non si arrende, giá si trova un frammento di
vittoria, cosí come nella semente sta nascosto il germoglio.
Puó tardare, ma la vita vincerá!
1 commento:
Estamos juntos, meu caro amigo Dario. Deus abençoe a vossa luta pela justiça social e ambiental. Grande abraço de solidariedade... Arlindo.
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