Riceviamo a cuore
aperto e pieni polmoni l’esortazione apostolica Querida Amazônia.
Sinodo significa
“camminare insieme”: si tratta di un cammino che viene da lontano, iniziato da
almeno due anni, in ascolto di migliaia di persone e comunità, convergendo nel Documento Finale. Il Papa chiede che ci
impegniamo a leggerlo ed applicarlo integralmente.
Un cammino che
ancora deve andare lontano, perché le piste che si aprono sono audaci e di
profondo cambiamento, conversione integrale.
Percorriamo
questa strada con le gambe e la passione dei martiri: non a caso il documento è
stato consegnato oggi, 12 febbraio, a quindici anni dall’uccisione della
difensora della foresta sr. Dorothy Stang.
Papa Francesco
dice che non vuole fare sostituzioni al documento conclusivo: offre una
riflessione, una sintesi, quasi per far battere più forte il cuore. Riscatta la
poesia e il sogno, beve alla fonte delle culture amazzoniche. La bellezza e la
poesia salveranno il mondo!
Chiari segnavia per il cammino
Con insistenza
indignata, un punto fermo che orienta il cammino è la denuncia del modello
predatorio e neocoloniale che sta saccheggiando l’Amazzonia. Il Papa sa che
questo modello è abile nel camuffarsi, al punto da ingannare o sedurre, a
volte, anche alcuni membri della Chiesa. Ci vuole lucidità e determinazione per
rinnegarlo e recuperare e proteggere l’ispirazione e il protagonismo dei popoli
originari, i loro progetti di vita, la sapienza del Bem Viver, la voce potente degli ultimi, i diritti e le proposte
dei piccoli…
Il cammino del Sinodo
si intreccia con quello dell’Economia di Francesco e Chiara (incontro in Assisi
in marzo), con il Patto Educativo Globale convocato dal Papa in maggio, con i
tanti gruppi che in diverse parti del mondo, a partire da ottobre scorso,
stanno firmando e contestualizzando il Patto delle Catacombe per la Casa
Comune.
In Brasile, tra
esattamente un mese, la REPAM e una rete di molte altre organizzazioni
lanceranno la campagna “La vita appesa a un filo”, per l’autodifesa delle
comunità e dei leaders minacciati nel difendere i loro territori.
La rete
latinoamericana Iglesias y Minería
sta promovendo la campagna di disinvestimento dall’estrazione mineraria, come
passo concreto delle comunità di fede per prendere le distanze dall’economia
predatoria.
Mancano ancora alcuni compagni di strada
Il Sinodo ha
aperto un processo lungo, verso un maggior protagonismo delle donne nella
Chiesa, ma dobbiamo ancora avanzare molto. L’esortazione apostolica offre
alcune proposte, da cui con coraggio occorre riprendere il passo. Per esempio,
i vescovi possono costituire ministeri che danno autorità, riconoscimento
pubblico e incidenza reale della donna nella guida delle comunità e nella
Chiesa diocesana.
L’iniziativa di
ordinare sacerdoti persone riconosciute dalle comunità cristiane, nelle regioni
isolate dell’Amazzonia, anche con una famiglia costituita e stabile permane
come decisione dell’assemblea sinodale, inclusa nel documento finale. Il Papa
non la riprende, mette a fuoco altri punti di vita, ma allo stesso tempo indica
che la presenza pastorale precaria esige dalla Chiesa una risposta coraggiosa e
l’identificazione di “ministri che possano comprendere dall’interno la sensibilità e le culture amazzoniche”. È importante
questo avverbio di luogo, che ho volutamente evidenziato.
Tutta
l’esortazione si fonda sul presupposto di una Chiesa incarnata e inculturata,
che non può dipendere da ministri che conducano, gestiscano e celebrino
dall’esterno.
La parola e
l’iniziativa, dunque, passa alle chiese locali, perché pensino, organizzino e
propongano al Papa percorsi fattibili, contestuali, rispettosi e coraggiosi.
“Non tagliamo
le ali allo Spirito”!
1 commento:
Adesso che i fondamentalisti ritengono di aver ottenuto la non condivisione romana del sacerdozio uxorato e del diaconato femminile, mi aspetto che costoro, volenterosi ed entusiasti, si mettano in fila per andare a fare i missionari in Amazzonia, come ha richiesto Papa Francesco!
Andrea Volpe
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