Vi racconto la storia di Simara, per tornare a credere nella politica.
É una giovane signora che vive da trent’anni a São Paulo; nata nel nordest povero, si è aggiunta, adolescente, alla schiera dei migranti interni in questo paese continentale.
L’ho conosciuta in periferia quando ancora gli anni si contavano col mille e novecento.
Ci impegnavamo insieme nella difesa dei diritti di bambini e adolescenti con poche opportunità di vita, e nel movimento popolare per il diritto alla casa.
La periferia est di São Paulo è tra le più povere, disordinate e violente. La maggior parte delle famiglie vive in affitto, in favelas o quartieri con infrastruttura precaria e pochissimi spazi comunitari. Lei si impegnava perché la gente avesse una casa… e ne sognava una anche per sé!
L’ho incontrata di nuovo ieri sera: è stato difficile trovare un tavolino in un bar tranquillo, nel caotico formicolare della gente del suo quartiere. Abbiamo riassunto vent’anni di vita in poche ore di dialogo.
Da tempo Simara fa parte di un Mutirão. È il principio di organizzazione del Movimento in difesa dell’abitazione popolare. In alcuni casi occupano regioni abbandonate della periferia urbana, rivendicando la funzione sociale di queste terre perché si trasformino in spazi abitati dalle classi più povere, con dignità.
Nel caso di Simara, invece, il Movimento ha messo insieme 400 famiglie in cerca di casa propria e ha fatto con loro una scommessa: hanno raccolto soldi in parti uguali tra tutti, per riscattare un terreno sufficientemente grande per tutti. Lo hanno comprato e, con il titolo di proprietà in mano, hanno iniziato a far pressione sul Governo, per ottenere un finanziamento per l’abitazione popolare.
Abitualmente il Governo ed il Movimento stipulano accordi per risolvere il problema endemico della casa nella megalopoli di São Paulo: con denaro pubblico si finanziano materiali, professionisti e microimprese locali di costruzione civile. La gente, dalla sua parte, ci mette il lavoro volontario organizzato, tutti i fine settimana, durante anni.
La costruzione del nuovo quartiere di Simara prevede 8 palazzi con 400 appartamenti. La conducono con il metodo dell’autogestione: un’Associazione formale degli abitanti del futuro quartiere realizza assemblee quindicinali con la consulenza del Movimento di abitazione popolare, ingegneri, architetti e sociologi (perché Mutirão è anche costruzione delle relazioni interpersonali, delle regole di convivenza e di lavoro comunitario, del progetto di quartiere che il gruppo sogna).
Si organizzano in 16 squadre, responsabili per il controllo delle presenze della gente nelle assemblee e nel lavoro settimanale, la compra dei materiali, l’accompagnamento dei tecnici, i contratti con le microimprese, le attività ricreative con i bambini e adolescenti durante l’orario di lavoro dei genitori, ecc.
L’etimologia di Mutirão viene dalla lingua indigena Tupi: “mettere le mani giunte, lavorare insieme”.
Credo in questa “religione” delle mani giunte, che mostra speranza dal basso!
Immaginatevi la difficoltà di organizzare 400 famiglie per costruire insieme un intero quartiere. Eppure le case sono quasi pronte, e gli occhi di Simara ieri sera brillavano di orgoglio!
Possiamo pensare alla politica come la serie di negoziazioni con cui persone, con interessi tanto diversi e a volte antagonisti, possano costruire e dividere pacificamente uno stesso spazio.
Il Mutirão di Simara ci fa credere di nuovo nella politica.
É una giovane signora che vive da trent’anni a São Paulo; nata nel nordest povero, si è aggiunta, adolescente, alla schiera dei migranti interni in questo paese continentale.
L’ho conosciuta in periferia quando ancora gli anni si contavano col mille e novecento.
Ci impegnavamo insieme nella difesa dei diritti di bambini e adolescenti con poche opportunità di vita, e nel movimento popolare per il diritto alla casa.
La periferia est di São Paulo è tra le più povere, disordinate e violente. La maggior parte delle famiglie vive in affitto, in favelas o quartieri con infrastruttura precaria e pochissimi spazi comunitari. Lei si impegnava perché la gente avesse una casa… e ne sognava una anche per sé!
L’ho incontrata di nuovo ieri sera: è stato difficile trovare un tavolino in un bar tranquillo, nel caotico formicolare della gente del suo quartiere. Abbiamo riassunto vent’anni di vita in poche ore di dialogo.
Da tempo Simara fa parte di un Mutirão. È il principio di organizzazione del Movimento in difesa dell’abitazione popolare. In alcuni casi occupano regioni abbandonate della periferia urbana, rivendicando la funzione sociale di queste terre perché si trasformino in spazi abitati dalle classi più povere, con dignità.
Nel caso di Simara, invece, il Movimento ha messo insieme 400 famiglie in cerca di casa propria e ha fatto con loro una scommessa: hanno raccolto soldi in parti uguali tra tutti, per riscattare un terreno sufficientemente grande per tutti. Lo hanno comprato e, con il titolo di proprietà in mano, hanno iniziato a far pressione sul Governo, per ottenere un finanziamento per l’abitazione popolare.
Abitualmente il Governo ed il Movimento stipulano accordi per risolvere il problema endemico della casa nella megalopoli di São Paulo: con denaro pubblico si finanziano materiali, professionisti e microimprese locali di costruzione civile. La gente, dalla sua parte, ci mette il lavoro volontario organizzato, tutti i fine settimana, durante anni.
La costruzione del nuovo quartiere di Simara prevede 8 palazzi con 400 appartamenti. La conducono con il metodo dell’autogestione: un’Associazione formale degli abitanti del futuro quartiere realizza assemblee quindicinali con la consulenza del Movimento di abitazione popolare, ingegneri, architetti e sociologi (perché Mutirão è anche costruzione delle relazioni interpersonali, delle regole di convivenza e di lavoro comunitario, del progetto di quartiere che il gruppo sogna).
Si organizzano in 16 squadre, responsabili per il controllo delle presenze della gente nelle assemblee e nel lavoro settimanale, la compra dei materiali, l’accompagnamento dei tecnici, i contratti con le microimprese, le attività ricreative con i bambini e adolescenti durante l’orario di lavoro dei genitori, ecc.
L’etimologia di Mutirão viene dalla lingua indigena Tupi: “mettere le mani giunte, lavorare insieme”.
Credo in questa “religione” delle mani giunte, che mostra speranza dal basso!
Immaginatevi la difficoltà di organizzare 400 famiglie per costruire insieme un intero quartiere. Eppure le case sono quasi pronte, e gli occhi di Simara ieri sera brillavano di orgoglio!
Possiamo pensare alla politica come la serie di negoziazioni con cui persone, con interessi tanto diversi e a volte antagonisti, possano costruire e dividere pacificamente uno stesso spazio.
Il Mutirão di Simara ci fa credere di nuovo nella politica.
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