
Essere missionario significa leggere con uno sguardo attento la realtà, sforzarsi di interpretare i segni del tempo, promuovere cambiamenti insieme alla gente, affinché tutti e tutto abbiano vita.
Nella regione nord del Brasile, l’evidente ingiustizia e il saccheggio delle risorse per l’arricchimento di pochi sono un appello quotidiano per nuove prassi missionarie: spetta anche a noi creare le condizioni per un tessuto di relazioni che si prendano cura della vita, dei poveri e del creato.
É sempre più urgente, dato che nelle periferie del mondo sta cominciando un nuovo ciclo di colonizzazione, estremamente violento e devastante. Per esempio, dal 2002 al 2006, in pieno boom di crescita dello sfruttamento delle risorse naturali dell’America Latina, l’utile dell’industria mineraria è cresciuto dell’800%! Dietro a questi risultati ci sono, però, la devastazione e la violazione dei diritti economici, sociali e ambientali delle comunità toccate dagli investimenti minerari.
Per questo, i Missionari Comboniani della Provincia Brasil Nordeste sono fra i fondatori della campagna Justiça nos Trilhos (il nome italiano della campagna é Sui Binari della Giustizia), che dà voce a una rete di movimenti e di comunità coinvolte dall’industria mineraria e siderurgica della compagnia Vale do Rio Doce, seconda maggior impresa mineraria del mondo. Un gigante brasiliano che calpesta comunità tradizionali e territori di oltre trenta paesi nel mondo.
Nell’aprile 2010, Justiça nos Trilhos ha presentato formalmente le proprie denunce, insieme a quelle di molti altri movimenti, articolando il “1° Incontro Internazionale delle vittime dalla compagnia Vale”.
Da tempo esiste una disputa tra il modello di sviluppo e investimento industriale senza scrupoli nella regione nord del Brasile e le comunità locali.
A partire dall'inizio del 2009, durante e subito dopo il Forum Sociale Mondiale di Belém, le associazioni e i movimenti sociali in cerca di un nuovo modello di sviluppo hanno sentito il bisogno di un incontro internazionale focalizzato esclusivamente sulla compagnia Vale e sul suo impatto socio-ambientale in diverse regioni mondo.
Le ingiustizie evidenti riportate da molte comunità in Brasile e all’estero, gli enormi profitti della società mineraria senza alcuna redistribuzione nelle comunità locali, le pratiche aggressive delle imprese ad essa correlate rendevano urgente l’individuazione di strategie collettive di resistenza e la ricerca di alternative di crescita.
Come Missionari Comboniani ci siamo sentiti direttamente interpellati: accompagnamo infatti varie comunitá nei diversi villaggi e cittá lungo i 900 Km di ferrovia di Carajás, tra gli stati del Maranhão e Pará. Toccava a noi aiutare le persone di qeste comunitá a capire la storia e le cause di tanto degrado delle loro condizioni di vita.
Per annunciare e costruire “vita in abbondanza”, è necessario denunciare e distruggere modelli di crescita che, al contrario, producono morte a causa di una ricerca eccessiva e irresponsabile di guadagno.
Siamo stati benedetti e incoraggiati in questa opzione anche dalla Campagna della Fraternità del 2010, un'iniziativa della Conferenza dei Vescovi del Brasile che incentivava, quest'anno, a studiare le ingiustizie economiche più evidenti e a contrapporvi esperienze di economia alternativa, decentrata, rispettosa della vita e dell'ambiente. Per questo abbiamo assunto con entusiasmo l’organizzazione di questa nuova fase di confronto con la compagnia Vale: sognamo, con Dio, un nuovo modo di rapportarsi con la terra, le risorse naturali e tutto il creato.
Justiça nos Trilhos fin dall’inizio ha visto coinvolta l'intera Provincia Comboniana Brasil Nordeste, che si identifica nella campagna e la sostiene. Anche in questa nuova fase vari missionari hanno partecipato alle molteplici iniziative sorte in preparazione dell’incontro.
È stata redatta una rivista, intitolata Não Vale, che contiene articoli di ricerca e documenti sui danni causati dalla compagnia, soprattutto nell’area del corridoio di Carajás. La rivista supporta e integra l’opera di un noto regista italiano, Silvestro Montanaro: si tratta di un documentario, realizzato negli ultimi mesi, che descrive i principali conflitti e le maggiori esperienze di resistenza della popolazione lungo il corridoio di Carajás. Film e rivista saranno divulgati nelle comunità coinvolte lungo la ferrovia, attraverso eventi di lancio e seminari di formazione. I membri della Rede Brasileira de Justiça Ambiental e altri partner internazionali hanno già ricevuto questo materiale utile per la formazione delle loro comunità e dei leader.
Tutto questo lavoro è stato preparato in vista dell'Incontro internazionale delle vittime di Vale. L'evento è stato preceduto, dal 5 all’11 aprile, dalla Carovana dei popoli attraverso il Sistema Nord della compagnia.
Sono state organizzate tre tappe, attraverso gli stati del Pará e del Maranhão, in collaborazione con le comunità, i movimenti sociali e i sindacati, che hanno accolto un pubblico formato da persone provenienti da vari paesi del mondo.
Trenta persone, brasiliane e straniere, hanno visitato Barcarena (Pará), Marabá (Pará) e Açailândia (Maranhão) e realizzato un prezioso scambio tra le comunità convolte da Vale in diverse regioni del pianeta. I rappresentati di comunità di vari stati del Brasile (Pará, Maranhão, Ceará, Rio de Janeiro, Brasília) e i membri di movimenti e comunità di altri paesi (Argentina, Cile, Perù, Canada e Mozambico) hanno avuto in questo modo l’opportunità di conoscere comunità urbane e rurali e incontrare esponenti di associazioni di quartiere, movimenti sociali, comunità cristiane, sindacati, movimenti dei diritti umani, oltre a politici, magistrati, giornalisti, attori, famiglie, giovani, donne, etc. …
È impossibile riassumere in poche righe la ricchezza di questi incontri. Possiamo però evidenziare la dinamica di arricchimento che ha permesso ai membri locali e internazionali di “specchiarsi” gli uni negli altri. È apparso evidente come, seppur in diversi contesti, le strategie della compagnia Vale siano sempre le stesse: conquista del territorio, ingenti investimenti nel marketing per sostenere un’immagine di impresa socialmente ed ecologicamente responsabile, cooptazione del potere politico e giudiziario. È stata riscontrata la tendenza ad avvicinare individualmente i leaders delle comunità locali e negoziare separatamente con ciascuno di essi, isolando le persone e dividendo le comunità; inoltre, a seconda del livello di organizzazione e di protesta dei gruppi locali, non sono mancate minacce o tentativi di criminalizzazione dei dissidenti.
Altrettanto interessanti sono state le risposte e i tentativi di resistenza delle popolazioni, quali: lo sforzo di dare visibilità al conflitto (attraverso pubblicazioni, relazioni, documenti); le azioni dirette di contrasto all’aggressività dell’impresa (occupazione di terre, chiusura di strade, manifestazioni); le azioni legali volte all’indennizzazione, al risarcimento o a forme di compensazione per i danni ambientali; la produzione di conoscenza unendo saperi locali e ricerca universitaria; l'articolazione in reti (internazionali, nazionali, regionali) e il coinvolgimento di collaboratori chiave, soprattutto di area giuridica.
Nei giorni successivi, 12-15 aprile, la carovana del Sistema Nord si è incontrata con un'altra carovana, proveniente dal Sistema Sud della Vale (attraverso gli stati di Minas Gerais e Espírito Santo). I partecipanti alle due carovane, e con loro molte altre persone, si sono dati appuntamento a Rio de Janeiro, dove è situata la sede della compagnia Vale che proprio in quei giorni stava convocando l’assemblea annuale degli azionisti.
Si sono così riunite 160 persone di 80 diverse organizzazioni e associazioni, con rappresentanze di 12 diversi paesi. Un'occasione unica: per la prima volta le popolazioni colpite e i leader che le accompagnano sono riusciti a collaborare per sistematizzare le loro rivendicazioni, imparando gli uni dagli altri.
Dal lavoro di quattro giorni interamente dedicati allo studio e al perfezionamento di strategie collettive è emerso un quadro dettagliato dei problemi vissuti dalle comunità. Sono state evidenziate le seguenti aree di conflitto: un modello di “sviluppo a tutti i costi” fondato sul saccheggio indiscriminato delle risorse naturali, violazioni in materia di diritto ambientale e problemi legati all’inquinamento, violazione dei diritti dei lavoratori e conflitti sindacali, conflitti con le comunità e appropriazione di terre, conflitti economici e mancanza assoluta di compensazione e redistribuzione degli incommensurabili guadagni della compagnia (Vale é l’impresa più grande del Sud America e la più redditizia al mondo!) 

Le maggiori iniziative di intervento, al momento, riguardano la critica all’immagine, opportunamente costruita da Vale, di impresa impegnata a livello sociale ed ecologicamente responsabile. I partecipanti all’incontro hanno deciso di impegnarsi a smantellare sistematicamente questa facciata della compagnia, mostrando e divulgando i problemi e gli abusi che li colpiscono. Con questo obiettivo é stato presentato, nella sede del parlamento dello stato di Rio de Janeiro, un dossier dettagliato, composto da 120 pagine e 21 casi specifici, consegnato alla stampa e all’assemblea degli azionisti.
Un movimento internazionale si è impegnato a produrre costantemente un rapporto alternativo, sottolineando le omissioni del Rapporto di Responsabilità Sociale dell'azienda (finora emesso due volte, nel 2006 e nel 2008). Questo nuovo documento, oltre a far riacquistare slancio alle rivendicazioni delle comunità rispetto alle violazioni dei propri diritti, fornirà un supporto concreto per nuove dinamiche di denuncia, sensibilizzazione e coscientizzazione delle comunità, costruzione di forme più sostenibili di economia e sviluppo locale.
Incontri locali con le comunitá e reti internazionali di lobby e denuncia: l’azione di Justiça nos Trilhos si fa ogni giorno piú compessa ed articolata. Ai Missionari Comboniani spetta, tra le altre cose, permeare tutte queste attivitá con una profonda spiritualitá eco-teologica: non si tratta semplicemente di contrapporsi ad una tra le tante multinazionali; la sfida piú ampia é definire limiti all’aggressione socioambientale e tracciare alternative per un nuovo equilibrio tra l’umanitá e le risorse della terra.
Foto: Nils Vanderbolt