lunedì 4 agosto 2008


Questo é il mio corpo

Una frase ripetuta centinaia di volte.
Quando do la comunione alla gente delle nostre piccole comunità, dico loro “O corpo de Cristo” e la veritá piú profonda di questa frase è che loro sono il Corpo di Cristo!
Lo dico a me: Albino, Jocilene, Dirce, Asuério, Zélia, voi siete Corpo di Cristo, pezzettini di comunitá di cui mi voglio prendere cura!
Il pane spezzato insieme ci rende tutti uguali, capaci di riconoscere lo stesso Corpo nell’altro, bisognosi dei frammenti spezzati di umanitá che si sono persi lontano e che vanno ricondotti a casa, reimpastati nello stesso pane.

Questo è il mio Corpo…
Paloma, 14 anni bruciati dal crack e dalla prostituzione.
Ana Paula, che aspetta meno preoccupata di noi i risultati del test sull’AIDS… e ha solo 13 anni.
Maria Vitória, che è morta denutrita in questa cittá, dove circolano milioni in minerali e petrolio (cf. il post del 7 febbraio).
È un corpo spezzato, che dobbiamo curare, in un tempo in cui al contrario il culto del corpo è individuale: palestra, diete, profumi, plastiche, reimpianti…
Il Vangelo ci chiede di raccogliere tutti i pezzi di pane ‘avanzati’ (Mt 14,20) e di ricomporre continuamente il corpo della comunitá.
Vibrare in sintonia con ciascuno delle sue membra: “Il corpo non si compone di un membro solo, ma di molte membra. (…) Se un membro soffre, tutte le membra soffrono con lui; se un membro è onorato, tutte le membra ne gioiscono con lui” (1 Cor 12)

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