A fine agosto, Vidalina ha
lasciato per alcuni giorni il suo impegno nelle comunitá ecclesiali di base, in
El Salvador, per visitare la regione del Cesar, in Colombia. Lá, immense
miniere di carbone molto spesso protette dai paramilitari devastano il
territorio e minacciano il futuro degli abitanti locali.
Negli stessi giorni,
Patricia partiva dallo stato di Minas Gerais, in Brasile, con il carico triste
della memoria del disastro di Mariana, a novembre dell'anno passato: la rottura
di una diga che raccoglieva gli scarti della minerazione ha ucciso 19 persone,
distrutto diversi villaggi a valle e contaminato l'intero bacino del Rio Doce,
600 kilometri di fango che hanno invaso l'oceano Atlantico.
Patricia si dirigeva al
dipartimento di Tolima, sempre in Colombia, una delle zone piú fertili del
paese a rischio di un'incisione profonda: l'installazione di una enorme miniera
d'oro.
I contadini non capiscono. A
loro sembra folle questo sistema, che scava l'oro da un buco (la miniera) per
metterlo in un'altro buco (i caveau delle banche straniere).
Vidalina, Patricia e circa
altre 50 persone di diversi paesi latinoamericani sono state invitate al 3o
incontro continentale della rete Iglesias y Minería. Si tratta di una
rete nata dal basso, per difendere i coordinatori delle piccole comunitá
cristiane, i sindacalisti o i leaders dei movimenti sociali che nei
diversi territori cercano di proteggersi dall'aggressione delle multinazionali
minerarie.
Iglesias y Minería ha
ormai costruito una sua identitá e riesce a dialogare con i gruppi di base,
cosí come con le Conferenze Episcopali ed il Pontificio Consiglio di Giustizia
e Pace, in Vaticano.
Sta sviluppando una sua
spiritualitá ecoteologica, riflettendo sulla sua missione di incidenza politica
e sull'importanza di una comunicazione popolare capace di trasformare la
realtá.
Si oppone alla strategia di
molte multinazionali e di diversi paesi, che cercano di sedurre la gente (ed
anche le chiese!) riguardo ad un unico modello di sviluppo, inevitabilmente
basato sull'estrattivismo e sul saccheggio dei beni naturali.
In parallelo, un'altra rete
ecclesiale sta crescendo molto in America Latina. Si tratta della REPAM (Rete
Ecclesiale Panamazzonica). Nasce da una provocazione “dall'alto”, un'intuizione
ed un desiderio di papa Francesco, subito raccolti dal card. Hummes,
francescano, brasiliano ed amico del pontefice. Ma sta aggregando molti gruppi,
pastorali, comunitá “alla base”, profondamente impegnati nella difesa dell'Amazzonia
e della sua gente.
In questi mesi sta lavorando
intensamente nella formazione, a partire dagli spunti profetici dell'enciclica
Laudato Si', ascoltati dalla gente e ritradotti nei loro contesti locali. Si
pone a servizio delle comunitá indigene della Panamazzonia, in Bolivia, Perú,
Equador, Colombia, Venezuela, Guyana, Guyana Francese, Suriname, Brasile. Vuole
lasciarsi ispirare dalla sapienza dei popoli tradizionali, che insegnano a
vivere in pienezza e profonda integrazione con l'ambiente. Dialoga con loro nel
rispetto della diversitá religiosa. Cerca percorsi di sostenibilitá per il
complesso mondo urbano amazzonico. Forma leaders locali nella difesa e
promozione dei diritti umani e si articola, a livello internazionale, con la
Commissione Interamericana dei Diritti Umani, organismo dell'Organizzazione
degli Stati Americani con l'autoritá di interpellare formalmente i paesi che
violino diritti e convenzioni.
Insomma, appare piano piano
il volto di una “Chiesa in rete” (non solo virtuale) che puó sorprendere le
strutture ordinarie di organizzazione e forse anche aprire alcune brecce nella
rigida verticalitá gerarchica e nei confini geografici dell'amministrazione
parrocchiale e diocesana.
La Chiesa é provocata a
muoversi con piú flessibilitá ed articolazione in funzione delle esigenze e del
grido dei territori, sfidata ad inculturarsi nelle realtá locali, ma allo
stesso tempo a relativizzare gli orizzonti ristretti di una visione diocesana,
perché provocata al dialogo con esperienze diverse e a connessioni
multiscalari.
Inoltre, nel contesto
ecumenico di Iglesias y Minería ed anche della REPAM, la dimensione
permanente di dialogo é trasversale: riunisce formalmente negli stessi gruppi
di lavoro donne e uomini delle piccole comunitá di base, religiose e sacerdoti,
vescovi e pastori. Si tratta di spazi fecondi in cui l'esperienza “di base”
interagisce costantemente con il servizio di coordinamento, come in un Sinodo
popolare di lavoro tematico, in difesa della vita, dei poveri e della Madre
Terra.
Vidalina e Patricia forse
non lo sanno, ma stanno costruendo nuovi spazi di Chiesa.
Papa Francesco, che
sentiamo tanto vicino, benedice sorridente.